Le Teoria delle Soppressioni in Omeopatia

Quello delle soppressioni è sicuramente un argomento poco conosciuto, ma estremamente importante in omeopatia.

Il concetto di soppressione e, soprattutto, l’idea che una soppressione possa avere effetti nocivi,  è generalmente estranea alla medicina classica.

Normalmente ci si preoccupa di sopprimere velocemente il sintomo che disturba il paziente con cortisonici, antibiotici, operazioni chirurgiche ed altre pratiche e di considerarlo guarito, non appena questa soppressione è stata realizzata.

Questo non vuol dire che in situazioni di emergenza non sia necessario ricorrere a tali farmaci. Significa utilizzarli quando strettamente necessario e porsi sempre il problema di un drenaggio delle tossine.

Ricordiamo brevemente che quando l’organismo vien a contatto con una tossina esterna la prima cosa che fa è infiammarsi e attivare una o più vie di escrezione. Le principali vie di escrezione del nostro organismo sono quella e pratica e quella renale. A queste si accompagnano in alcuni casi la via intestinale, la via polmonare e quella epidermica.

Quando una via principale risulta sovraccarica, l’organismo ne attiva una seconda per liberarsi velocemente delle tossine.

Quando ciò non è possibile per i motivi più disparati, il nostro organismo si attrezza per depositare le tossine dove possano dare meno fastidio.

Questo processo continua finché il carico tossinico risulta eccessivo. Dopodiché, può essere che l’organismo reagisca in maniera lesionale, andando ad innescare processi autodistruttivi quasi sempre irreversibili.

Ogni malattia si manifesta con una serie di sintomi.

I sintomi sono quelle manifestazioni della malattia di cui noi ci accorgiamo e che ci permettono di capire che qualcosa sta accadendo al nostro organismo.

Normalmente la maggior parte dei pazienti, salvo gli ipocondriaci, non prestano attenzione al manifestarsi di un sintomo lieve, ignorandolo e sperando che passi da solo.

A questo punto accadono normalmente due cose.

Nel primo caso, il paziente non fa nulla, sperando che il sintomo passi da solo.

Salvo casi eccezionali, questa ipotesi non si avvera quasi mai, ma - quasi sempre - il sintomo peggiora, a meno che  non intervenga in qualche maniera, modificando abitudini o lo stile di vita.

Nel secondo caso, per stroncare la sintomatologia sul nascere, posso agire con un farmaco allopatico che, nelle maggior parte dei casi, non mi porterà alla guarigione, ma alla soppressione del sintomo, dandomi però l’illusione di stare subito meglio.

Così,si guarisce una diarrea (che altro non è che un tentativo di eliminazione di tossine attraverso l’intestino) bloccandola invece con la loperamide; si fa rientrare un eczema, un tentativo di eliminazione delle tossine tramite la pelle, con il cortisone o con dei raggi. Ancora, si guarisce un fibroma o una cistifellea asportandole o iniettando del liquido sclerosante nelle varici.

Si considera il malato come guarito, senza far caso al fatto che, dopo poco tempo, gliene si possa presentarne un’altra e senza correlare la seconda con la prima.

Entrambi gli approcci sono concettualmente sbagliati.

La cosa migliore da fare sarebbe accorgersi del segnale che il nostro organismo ci sta mandando e correggere,  o porre rimedio, alla situazione che lo ha determinato.

Tuttavia, la vita moderna spesso ci impedisce di fermarci un attimo a riflettere, ad osservarci con attenzione e correggere un atteggiamento o uno stile di vita sbagliato.

Talvolta risulta veramente impossibile, salvo cambiare radicalmente abitudini di vita o addirittura lavoro.

Si pensi ad esempio a molte delle manifestazioni psicosomatiche che vengono fuori a causa di soprusi che perpetuati quotidianamente sul posto di lavoro, magari da un superiore o da un collega, piuttosto che da un insegnante o un compagno di scuola.

Spesso non è facile o immediato sottrarsi ad una fonte di stress, pertanto, accorgersi del sintomo prima e porvi rimedio poi, è l’unica  e la più difficile cosa da fare.

Talvolta è più comodo ricorrere ad una soluzione sintomatica allopatica che bloccando il sintomo ci dà l’illusione che vada tutto bene.

Hodiamont divide le soppressione in tre gruppi principali:

Soppressione di una secrezione naturale o patologica: ad esempio mestruazioni, diarree, secrezioni nasali, suppurazioni croniche, traspirazione e qualsiasi eruzione cutanea o perdita di sangue.

Asportazione chirurgica di formazioni patologiche: cisti, lipomi, idrocele, emorroidi, fistole o ulcere, delle varici o di un varicocele.

Ablazione chirurgica di un organo malato: cistifellea, ovaio, utero, tiroide o rene.

Spesso la medicina non mette in correlazione la soppressione con lo scatenarsi di un nuovo evento morboso cosa che, invece,  il paziente spesso fa, accorgendosi che una nuova manifestazione è scaturita magari dopo un intervento chirurgico.

Questi effetti nocivi sono di varia natura e le conseguenza possono interessare tutti i sistemi dell’organismo: il sistema nervoso, l’apparato respiratorio, l’apparato circolatorio, gli organi di senso, gli organi digestivi e possono provocare disturbi in zone anche molto distanti da quella di soppressione.

Uno dei primi esempi che si presentano nel corso della vita di un essere umano è ad esempio quello della crosta lattea nei neonati.

Quasi sempre la crosta lattea dal punto di vista omeopatico può essere classificato come una  manifestazione psorica, psorico-sicotica.

L’organismo del neonato, tenta di eliminare un carico tossinico attraverso la pelle, andando ad infiammarla e dando luogo alla classica manifestazione eczematosa.


Normalmente il fenomeno si risolverebbe da sé in poco tempo se semplicemente assecondato mediante l’utilizzo  di prodotti, magari naturali o che comunque non vadano a bloccare il fenomeno detossificante di difesa che l’organismo del neonato sta mettendo in atto.

Andando invece a applicare un farmaco cortisonico per far sparire subito la sintomatologia, quel carico tossinico che troverà la via di uscita  dell’epidermide bloccata, avrà necessità di cercarne un’altra.

Proverà, magari, ad utilizzare la via di escrezione della mucosa nasale, manifestandosi, ad esempio,  come rinite.

In questo caso ci accorgeremo del naso che inizia a gocciolare, ma all’inizio ci faremo poco caso.

Ci preoccuperemo nel momento in cui questa sintomatologia diventa imbarazzante o interferisce in qualche modo con il nostro stile di vita.

La maggior parte di queste riniti vengono classificate dalla medicina tradizionale come “vaso-motorie”.

Se il fenomeno non si risolve da sé in poco tempo, saremo portati all’assunzione di un farmaco anti-istaminico che blocchi questo tipo di secrezione. L’antistaminico otterrà in poco tempo l’effetto desiderato ed  avremo bloccato nuovamente una via di escrezione per il nostro carico tossinico.

A questo punto il nostro organismo, che in qualche modo di queste tossine deve disfarsi, inizierà ad utilizzare altre strategie di difesa e, verosimilmente, andrà a depositare queste tossine da qualche parte all’interno del nostro organismo, in attesa di disfarsene . La patologia a questo punto inizia ad aggravare e le manifestazioni a cui darà luogo saranno, ad esempio, di tipo asmatico.

Continuando in questo gioco della soppressione, magari con farmaci cortisonici per via sistemica o respiratoria, il carico di tossine verrà depositato ad un livello sempre più profondo, fino a provocar accumuli di tossine sempre maggiori che potrebbero dare luogo, negli anni, a patologie sempre più importanti.

Conclude sempre Hodiamont che si deve ammettere che esistono nell’organismo dei meccanismi di sostituzione dei quali non abbiamo ancora determinato la natura, che sono reali, anche se ancora non li conosciamo.

Pertanto, il medico o il terapeuta dovrebbe sempre chiedersi se praticare una soppressione o una ablazione di organo sarà utile al malato o se non rischi di essere maggiormente nociva per esso nel medio o nel lungo termine.

Subcategories

    Ci dispiace dell'inconveniente.

    Non riusciamo a trovare quello che stavi cercando ma puoi dare un'occhiata ai nostri prodotti: