Breve Storia dell’Omeopatia

Fondatore dell'Omeopatia fu Christian Samuel Hahnemann che nacque il 10 aprile 1755 a Meissen, in Sassonia.

Fin da ragazzo si racconta della sua predisposizione alla ricerca di intraprendere e di operare cose che gli altri non pensavano, né avevano il coraggio di operare.

Iniziò gli studi di medicina e da Lipsia passò a Vienna, dove a quel tempo puntavano tutti gli sguardi medici d’Europa ed ebbe nel Dottor Quarin, il medico dell’imperatrice Maria Teresa, il suo maestro più grande.

Desideroso di apprendere sempre più, peregrinò successivamente per vari ospedali ed università della Germania e conobbe uomini eminenti e clinici famosi che lo aiutarono nel completamento dei suoi studi.

In breve tempo divenne famoso.

Nonostante questi successi, divenuto un medico di gran nome, era tormentato da un senso di insoddisfazione.

Si era infatti convinto che in campo medico regnasse una grande confusione, opinioni e teorie discordanti che, troppo spesso, avevano poco di scientifico.

L’azione dei medicinali era praticamente ancora sconosciuta.

Al letto del malato i medici perseguivano l’illusione di guarirlo in fretta, somministrandogli medicine su medicine, ostacolando la natura invece di aiutarlo a vincere la malattia.

Questo era il quadro della medicina di allora, rivolto al materialismo, all’empirismo, senza considerare l’aspetto psichico e le energie vitali.

Non troppo diverso da quello di oggi, insomma!

Si racconta che un giorno, in piena crisi di coscienza, Hahnemann mandò via numerosi clienti dal suo ambulatorio dicendo:
- Andatevene amici miei, mi è impossibile darvi il benessere che mi chiedete. Andate, io non voglio rubare il vostro denaro! -

Fu questo l’avvenimento che decretò la rottura fra Hahnemann e la medicina ufficiale. Era il 1789, anno in cui , contemporaneamente, in Francia, scoppiava un’altra importantissima rivoluzione di idee e di pensiero.

Per mantenere la famiglia Hahnemann si mise a tradurre libri.

In quel tempo egli stava traducendo la Materia Medica del Cullen. Nella sua mente stava già ronzando l’aforisma di Ippocrate -Similia Similibus Curantur-. Ma cosa voleva dire? Come poteva realizzarsi?

Arrivò poi a tradurre il capitolo sulla China, allora tanto di moda per curare le febbri intermittenti.

Era stato notato un comportamento strano del chinino, il cui uso eccessivo, non solo non riusciva a curare la malattia, ma addirittura la aggravava.

Inoltre il chinino, dato in maniera profilattica, creava febbri intermittenti e gli stessi lavoratori del chinino manifestavano più frequentemente febbri intermittenti.

Arrivò alla conclusione che per valutare esattamente i poteri della China bisognasse effettuare una sperimentazione sull’uomo sano.

Assunse, allora, egli stesso forti dosi di chinino e si accorse che tale sostanza, che aveva la riconosciuta proprietà di far passare la febbre, aveva la capacità di procurargliela.

Hahnemann ripetè l’esperimento più volte ed ebbe sempre gli stessi risultati. La febbre si ripresentava non appena prendeva il chinino e cessava quando ne sospendeva la somministrazione.

Pregò alcuni amici di ripetere l’esperimento e raccolse gli stessi risultati.

Così Hahnemann scrisse:
-Per guarire da una malattia bisogna propinare all’individuo che ne è affetto un rimedio che gli provocherebbe, se fosse sano, la malattia che lo affligge-.

Così nacque l’Omeopatia.

L’Italia fu la nazione, naturalmente dopo la Germania, presso la quale l’omeopatia si sviluppò per prima e più rapidamente rispetto al resto d’Europa.

Nel 1825 l’esercito austriaco entrò a Napoli e il Dottor Necker, ufficiale medico addetto allo stato maggiore tedesco, ebbe occasione di curare un collega napoletano, il Dottor Romani, il quale, una volta guarito, divenne fervente studioso e propagandista dell’omeopatia.

Nel 1827 l’omeopatia arrivò a Roma e subito dopo a Milano dove ebbe un rigoglioso sviluppo.

Verso il 1830 l’Italia fu il centro da cui l’Omeopatia si irradiò in altri Paesi europei come Inghilterra, Spagna e Francia.

Successivamente la diffusione dell’omeopatia in Italia ed in Europa ebbe fortune diverse. E’ utile sapere che una disciplina che continua ancora oggi a subire innumerevoli critiche, ha ricevuto in passato ampi plausi e riconoscimenti per i risultati ottenuti.

Il grande sviluppo dell’omeopatia ebbe una battuta d’arresto in Italia ed in Europa con l’avvento della microbiologia, che attribuiva al microbo la causa della malattia.

La legge di similitudine, la cura del malato più che della malattia, persero appeal rispetto agli entusiasmi per la vaccino-terapia e siero- terapia e ad altri prodotti anti-malattia.

In realtà Pasteur, verso la fine della sua vita e dei suoi studi, ebbe modo di osservare che “il microbo è nulla, il terreno è tutto” attribuendo maggior importanza alla cura del terreno più che alla eradicazione del microbo che si ripresenta in poco tempo se non cambia la natura del terreno stesso.

Da allora ripresero a lavorare associazioni scientifiche che produssero pubblicazioni e congressi. Continuò lo sviluppo dell’omeopatia su tutto il territorio nazionale.

Nel secondo dopoguerra sorse l’Associazione Omeopatica Italiana e sorse il Centro Ippocratico Hahanemaniano sotto la direzione del Prof. Antonio Negro ed altri centri in tutt’Italia.

A Roma, dagli anni ’50, la dottrina omeopatica ebbe un aggiornamento con l’impostazione costituzionalistica biotipologica guidata dal Prof.Antonio Santini, già allievo del Prof. Antonio Negro.

Videro la luce l’Accademia di medicina Omeopatica, l’Istituto di Medicina Omeopatica con attività didattica ed ambulatoriale, riviste e congressi internazionali per approfondire con perseveranza lo studio della Dottrina o Farmacologia Omeopatica e trasmetterla ed aggiornarla con le moderne conquiste della medicina, per facilitarne la conoscenza  e per dimostrare il contenuto scientifico che l’omeopatia persegue.

Oggi, l’eredità del metodo clinico costituzionale del Prof. Santini è raccolta dal Centro Italiano Omeopatico Ippocrate  sotto la guida del Prof. Dario Chiriacò

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